Otoprotettori: scegliere la convenienza o il risparmio?

Quando si parla di dispositivi antirumore, la prima cosa a cui probabilmente si pensa sono i tappi, quelli morbidi e gialli. Facili da usare, adattabili e, soprattutto, economici. Certo, se usati sporadicamente. Se adottati come DPI in maniera stabile, infatti, il fattore economico rischia di venire meno. Per garantire la massima efficacia e la massima igiene, infatti, ogni lavoratore dovrebbe cambiarli 2 volte al giorno; il che si traduce in oltre 440 pezzi l’anno per ogni operatore. Sebbene la coppia costi pochi centesimi, i costi lievitano in fretta.

Perché allora non adottare le cuffie? Facili da mettere e togliere, garantiscono un’ottima attenuazione e possono essere riutilizzate (dopo essere state igienizzate), il che le rende più economiche. Vero, ma non del tutto. Le cuffie, infatti, hanno un costo che si aggira sui 18-20 euro (a differenza dei pochi centesimi di euro dei tappini monouso), spesa che però l’azienda deve sostenere due volte l’anno poiché ogni lavoratore deve sostituirle ogni 6 mesi.

Meglio allora affidarsi agli inserti auricolari con archetto? Il prezzo alla coppia di circa 6 euro si attesta a metà tra i pochi centesimi dei monouso e i quasi 20 euro delle cuffie, così come la loro frequenza di cambio (ogni 2 mesi), ma in questo caso si scende a compromessi con il fattore attenuazione. Ne vale la pena?

 A guardar bene, quindi, anche in questo caso converrebbe appellarsi ai consigli delle generazioni passate, con il loro “chi più spende, meno spende” e scegliere di investire in sicurezza adottando otoprotettori su misura. Certo, nell’immediato il costo per operatore risulta più alto ma, considerando che l’attenuazione è massima e che la sostituzione avviene dopo 3 anni, i conti sono presto fatti.

A questo punto preferisci ancora il risparmio alla convenienza?